Riprendiamo da dove ci eravamo interrotti l’ultima volta, scusate il ritardo, ormai sono quasi passati 5 anni da sta luna di miele.
4 febbraio
Sveglia alle ore 2.30, 3.30, 4.30 a.m. per via del fuso orario…
Tra l’altro ieri sera c’è stata la finale del superbowl (sport nazionale insieme al baseball) in cui i Giants di New York hanno battuto i Patriots (di nonsodove) pur essendo sfavoriti..
La notte è stata un continuo di festeggiamenti in Times Square che è proprio dietro il nostro albergo… benissimo.. dormito 0.. peraltro quei simpaticoni dei nostri vicini di stanza (hanno la stessa simpatia di un esame della prostata) hanno pensato bene di fare il su e giù dalla stanza sbattendo le porte in maniera clamorosa.. cosicché ogni momento eravamo svegli.
Vabbè alle 4.30 ci siamo svegliati e siamo rimasti in camera fino alle 7,30 a navigare col mac e prepararci per la colazione che abbiamo fatto nella saletta biblioteca/film dell’albergo.
Dopo colazione lavata di denti veloce, telefonatine a casa gratis con Skype e pronti nella hall ad aspettare l’accompagnatrice per il tour della città.
Anche oggi New York ci pare stupenda.
Sotto una fittissima neve ci buttiamo nel traffico cittadino e parliamo con Anna, italiana trapiantata a NY da 16 anni del più e del meno.
Io e la dolce metà commentiamo che NY non ha mezze misure, o si odia o si ama.. noi ce ne siamo innamorati e ci ripromettiamo di tornare ogni volta che ne avremo l’occasione.
Anna ci porta a fare il giro della città spiegandoci di volta in volta aneddoti e curiosità e lasciandoci il tempo di fare foto.
Ci fermiamo subito davanti al Dakota Building il palazzo dove John Lennon venne assassinato nel 1980 da Mark Chapman… bellissimo ma triste da matti a pensare quello che è successo.. peraltro, forse anche a causa del tempo, sembra che il tempo scorra lentissimo, quasi che si fermi… di fronte c’è il pezzo di Central Park chiamato “strawberry field” dove è stato fatto un memoriale per John.. sotto una tempesta di neve scattiamo le prime foto della giornata in un’atmosfera molto particolare.. sembra che anche il cielo pianga ancora, a distanza di quasi 30 anni, per John, il suo genio e tutto ciò che ha rappresentato…
Si riparte alla volta delle “brown stone” le tipiche abitazioni di Harlem, una volta quartiere nero ora, in alcune parti, quartiere dei ricchi…
Il contrasto tra ricchi e poveri (non il complesso musicale) è notevole.. da un lato palazzi con famiglie che vivono con 700 dollari al mese di sussidio (che a NY non sono nulla.. servono almeno 5.000 dollari al mese per vivere senza fronzoli) dall’altra monolocali che vengono venduti dai 2 milioni di dollari in su.
Il quartiere è comunque stupendo.
Durante il viaggio si parla con Anna del più e del meno e si finisce a parlare delle Torri Gemelle…
Ci dice che dopo l’11 settembre, al contrario di ciò che uno si potrebbe aspettare, il mercato immobiliare a NY è cresciuto in maniera esponenziale e pare che dietro il tutto ci fosse una strategia politica ben definita… alla faccia di tutto quello che ci hanno sempre raccontato.
Il giro continua su tutta Manhattan.. a Ground Zero Anna ci fa scendere, ci racconta nel dettaglio quello che in tv non hanno mai fatto vedere (cioè che i cttadini sono stati evacuati per sei mesi perché si potesse pulire la polvere dall’interno delle abitazioni della zona di Downtown Manhattan), e ci fa avvicinare alla zona degli scavi… impressionante la dimensione delle fondamenta e lo spazio vuoto lasciato dalle torri…
Alle 12 circa rientriamo in albergo dove ci salutiamo con Anna e riprendiamo i nostri giri in completa autonomia.
La 5th Avenue è bellissima, giriamo tutti i negozi degni di interesse (il quale è dettato dal rapporto qualità/prezzo/soldi che abbiamo da spendere) e iniziamo a fare noi gli “americani”.
Anche col dollaro alcune cose rimangono indiscutibilemte care…
Entriamo nella Public Library dove iniziamo una breve vista solo che, purtroppo, alcune zone sono interdette perché oggi hanno organizzato una sfilata di moda.
Andiamo quindi a vedere la Trump Tower che è un’esplosione di marmi, fontane, ottoni e personale in livrea, un omaggio all’american dream ormai molto “dream” e poco american.. anche loro non se la passano più molto bene.
La cattedrale di St. Patrick, appena fuori, è una chiesa stupenda, le vetrate sono meravigliose e danno un’atmosfera molto raccolta e particolare.. decidiamo di accendere una candela..
L’“offerta” (si fa per dire, visto che il prezzo delle candele è imposto) non deve essere inferiore ai 2 dollari.
Fuori entriamo nel Disney Store dove lo spirito fanciullesco della moglie nuova di zecca viene esternato con prorompente entusiasmo.
Facciamo foto ovunque e compriamo un vaso della Disney.
Fuori ci attendono poi il Nike town, il Sony center e…. l’Apple store.
È bellissimo, vedo (anzi, rivedo) l’iPhone (e mi ripropongo di comprarlo al più presto) e gli altri gioielli di mamma Apple… ah… che spettacolo!!
Andiamo a veder il Moma e rimaniamo un po’ delusi.. ce lo aspettavamo più ricco.. inoltre la gran parte delle cose esposte le abbbiamo pure noi a casa.. per cui decidiamo, anche per rientare della spesa del biglietto (40 dollari in 2), di far pagare agli amici, che verranno a trovarci d’ora in poi,10 euro cad. di biglietto per entrare a casa nostra.. i casi sono 2.. o perdiamo tutti gli amici o diventiamo ricchi.. la 2° è quella che speriamo ovviamente.
Dopo il Moma torniamo verso l’albergo per riposare un po’ e poi ripartire per vedere la Central Station by night e cercare un posticino per mangiare.
Per strada entriamo in tutti i negozi per cercare l’iPhone sbloccato…
La Central Station è bellissima, vista e rivista in centinaia di film ma dal vivo è tutta un’altra cosa..
Il Chrisler Building lì di fianco è altrettanto affascinante illuminato dai faretti.
Decidiamo di fermarci per la cena in un ristorante australiano vicino all’albergo.. ottimo.
Mattew, il proprietario, ci offre 2 calici di spumante appena sa che siamo in luna di miele e posa con noi per una foto ricordo.
Al rientro in albergo Monica crolla come un sasso.. io finisco il resoconto..
A domani.
(to be continued)

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