Archivio mensile:gennaio 2013

STUDIO APERTO E IL COLSENTER


L’altro giorno ero sdraiato sul divano che mi guardavo in rigoroso silenzio un servizio altamente intellettualoide di studio aperto infarcito di culi e tette in ogni dove e una bravissima giornalista disquisiva sul fatto che il bikini giallo fosse più fescion sulle spiagge di ibiza rispetto al tanga bianco sulle spiagge di rio, nel mentre una bomba scoppiava in un asilo di kabul provocando una strage di bimbi innocenti ma si sa che certe cose non fanno notizia e non interessano alla gente quanto un paio di tette al silicone che si sa è utile anche per le infiltrazioni d’acqua della doccia e forse riscuote tanto successo perché è il connubio perfetto tra l’utile e il dilettevole e si sa che la gente ha l’occhio lungo su certe cose.

Ma tant’è, all’improvviso squilla il telefono che quando squilla o sono brutte notizie tipo la commercialista che ti avvisa che c’è l’imu da pagare o i colsenter che ti vogliono rifilare qualche abbonamento alle riviste o alla telefonia o a scai e mediaset premium per vedere i canali on dimand e le partite di calcio che una volta le vedevi allo stadio e picchiavi i tifosi avversari ora le vedi a casa e gambizzi la suocera o lanci la bottiglia di morettona sul televisore superpiatto led che poi si rompe e non ci puoi più usare l’icsbocs per qualche tempo.

Comunque quella volta lì per fortuna era il colsenter che peraltro la commercialista non la puoi nemmeno mandare affanculo che poi fa la dichiarazione infedele e l’agenzia delle entrate ti controlla mentre quella del colsenter che non la conosci nemmeno la mandi affanculo con più nonscialanse che tanto l’agenzia delle entrate se ne frega e non prende le sue difese.

La telefonista indiana mi dice che mi vuole fare un’offerta di scai vantaggiosissima che la possono fare solo a poche persone sulla faccia della terra che le sceglie il signor Murdock di persona tutte le mattine quando si sveglia e che io sono tra quelle persone e che se me la lascio scappare il signor Murdock ci rimane pure male e magari perde la voglia di vivere e regala tutti i suoi soldi e va a vivere in povertà lavorando in un colsenter in india che quando muore non lo possono neppure cremare che non c’ha neppure i soldi per i fiammiferi.

Le chiedo se conosce un certo Apu che lavora al get marchet di springfild ma lei non capisce la mia sottile ironia e mi dice che l’offerta che mi sta facendo dura solo 5 minuti, dopo di che il Sig. Murdock si imbarcherá sul primo volo per Calcutta, in economi class.. la sua vita dipende da me, non posso rovinare una personcina così a modo.

Mi propone per soli 39 euro al mese un decoder accadi che puoi registrare le cose alla televisione mentre sei via di casa o sei a casa che fai altro tipo stare al telefono con quelli del consenter e poi rivederle quando vuoi ma io sono ormai stufo e le confesso che non ho nemmeno il televisore perchè in una partita dell’inter (non ricordo piú quale, ultimamente capita spesso) l’ho rotto tirandogli contro la suocera (la morettona non l’avevo ancora finita) e che per un po’ mi posso pure scordare l’icsbocs.

La centralinista mi mette giù il telefono, nel frattempo culi e tette sono spariti dal tubo catodico mannaggia ora si che mi farebbe comodo quel decoder.. quasi quasi richiamo..

Messaggio per la mia commercialista: so che l’imu non l’hai stabilita tu, ma per favore non chiamarmi il venerdì per avvisarmi che è da pagare che poi mi passo un uichend dimmerda a pensarci..

Messaggio per mia moglie: tesoro, sai con non lancerei mai tua madre contro il televisore led… noi abbiamo un lcd

Messaggio per i colsenters (la s perché sono tanti): l’utente desiderato non è raggiungibile… tut tut tut tut….

Messaggio per il direttore di Studio Aperto: per favore mi masterizza il dvd con il servizio dei culi? 

Honeymoon parte 6


7 febbraio

Dopo una buona colazione andiamo subito a visitare l’Empire State Building, il più alto grattacielo di NY (fino a quando verrà ultimata la Freedom Tower dove una volta c’erano le torri gemelle).

Per fortuna non facciamo nemmeno la coda e saliamo subito all’86 piano dove (grazie anche al tempo meraviglioso) ammiriamo un panorama stupendo.

La città dall’alto è ancora più incredibile.. non ci sono parole che riescano ad esprimere le sensazioni di quel momento.. lasceremo parlare le immagini.

Scendiamo e ci dirigiamo al Madison Square Park, Flatiron Building e la Union Square dove entriamo da Virgin per acquistare qualche cd.

Dopo la nostra prima dose quotidiana di shopping andiamo a visitare l’East Village, il Greenwich Village con il Washington Square Park fino ad arrivare al quartiere di Nolita dove sulla Mullbury Street entriamo nello store di Paul Frank per fare acquisti.

La mogliettina sembra una matta, percorre lo store come se avesse il diavolo addosso.. un’invasata… non sa più dove guardare e cosa comprare.. addirittura compra delle cose doppie!

Inizia a urlare di gioia e vuole una foto…

Quando usciamo le commesse chiudono il negozio.. non hanno più nulla.. abbiamo tutto noi nei sacchetti… i soliti spendaccioni!!!

Si prosegue per Litte Italy e Chinatown e poi Soho dove tappa obbligatoria è l’Apple Store (il primo di NY).. bellissimo..

Stanchi ma soddisfatti decidiamo di rientrare in albergo con la metro.

Doccetta veloce e poi a comprare l’iPhone per il fratello dello sposo e a vedere il musical Mamma Mia.

Lo spettacolo è stupendo anche se capiamo la metà di quello che dicono.

Le musiche sono comunque molto coinvolgenti e per non fare la figura di quelli che non capiscono nulla ridiamo anche noi quando ridono gli altri.

L’interpretazione del cast è comunque molto spettacolare, battiamo le mani e ci alziamo in piedi urlando “very good” per mischiarci un po’ con gli altri… siamo entusiasti!

Appena arrivati in albergo accendiamo il mac e mettiamo le canzoni degli Abba con ancora negli occhi e nelle orecchie uno spettacolo bellissimo.

Domani si finisce il giro…. Lower Manhattan e statua della Libertà.

(to be continued)

Vista mozzafiato

Vista mozzafiato

Honeymoon parte 5


6 febbraio

Sveglia all’alba per partire alle 6,35 dall’albergo ed andare a visitare la cascate del Niagara in aereo.

Arriviamo all’aeroporto e ci imbarchiamo per Buffalo dove la moglie spiritosa fa già la battuta che che spera di conoscere Bufalo Bill.. ah ah ah…

Conosciamo una coppia di italiani in viaggio di nozze (anche loro sposi il 2 febbraio).

Il volo è tranquillo e poco affollato  e la moglie inizia ad agitarsi come una matta quando ci offrono delle patatine blu e vuole fare una foto a tutti i costi.

Le dico che la faremo una volta atterrati visto che ci stanno guardando tutti come se fossimo dei terroristi di Al Quaeda.

L’arrivo a Buffalo è puntuale e scattiamo subito una foto alle patatine.

Il nostro accompagnatore Tony ci spiega delle cascate lungo il tragitto.

Arriviamo alla frontiera con il Canada e dopo il controllo passaporti proseguiamo per la visita delle cascate.

Si sente un rumore incredibile, di tuono e ci spiega Tony che le cascate sono chiamate così per via del loro nome indiano che era “Niagra” ossia tuono… abbiamo sentito il rumore giusto quindi…

C’è una nuvola di acqua che sembra nebbia che proviene dalla cascata e affacciatici al punto panoramico vediamo il fiume completamente ghiacciato… spettacolare.

Ci fanno percorre il tunnel che passa sotto la cascata.. anche quello lascia a bocca aperta.

Il pranzo lo facciamo in un ristorante panoramico al 13 piano proprio di fronte alle cascate… senza parole la veduta che ammiriamo.. veramente uno dei più grandi spettacoli della natura.

Anche il pranzo è buonissimo.. facciamo tutti il bis…

Si rientra per Buffalo dove ci si imbarca per NY ma purtroppo inizia a nevicare fittissimo per cui ci lasciano 2 ore sull’aereo in attesa del decollo senza poter fare nulla.

Arriviamo a NY alle 20.30 e in albergo alle 21.30 dove non abbiamo nemmeno la forza per andare a cena e ci buttiamo nel letto stanchissimi.

(to be continued)

6 febbraio 2008, Cascate del Niagara, lato canadese

6 febbraio 2008, Cascate del Niagara, lato canadese

 

Caffè, rose e trattori


L’altro giorno mi chiama un mio amico/collega per un caffè.

Rispondo dicendoci a ello che ho 5 minuti liberi per lui e di vederci al solito posto che mi avrebbe riconosciuto da una rosa tra i capelli.

Ci vediamo al solito posto ma siccome che è inverno e le rose sono fuori stagione e il fiorista me la voleva fare pagare 10 euri che era pure tutta molle e brutta sono arrivato senza rosa nei capelli e il mio collega/amico non mi ha riconosciuto anche se c’eravamo solo io e lui nel locale.

Ci sediamo al solito tavolino che non è proprio un tavolino ma un divanetto comodo comodo con i cuscini morbidi che se non fosse un bar ti verrebbe da affittare la stanza e dormirci tipo bed en brecfast che pure le briosch con la marmellata sono buone ed il caffè non è pure nemmeno lui male anche se alle volte te lo fanno aspettare tanto che quando arriva è già ora di fare la seconda colazione come gli hobbit del signore degli anelli che il film signore degli anelli è bello ma la trilogia dell’hobbit è brutta e noiosa e non so se vado a vedere le altre puntate al cinema.

Il mio amico/collega (che pure ha cambiato lavoro e quindi non è nemmeno più collega mio ma di qualcun’altrui persona) mi racconta che va all’estero per qualche giorno ad una fiera ospite di una nota azienda ma che però si deve pagare il viaggio quasi per intero perché la nota azienda è in spending riviu e quindi ci mette solo 100 euri mentre la differenza di quasi 700 ce la deve mettere lui.

Cazzamente esclamo io mentre lui mi spiega che comunque la fiera è interessante e che vale la pena anche se gli girano le palle che una volta non era così e la spending riviu ci fa fare dei grossi sacrifici a tutti pure alle grosse aziende note e che anche lui fa i sacrifici ma alla fiera ci vuole andare perché magari ci sono pure le stendiste fighe che si rifà gli occhi per soli 700 euri.

Decido che il mio amico/collega che non è più collega mio ma rimane comunque amico mio ma anche di altrui persone non si merita più di essere fregato dalla nota azienda un’altra volta, la prossima volta lo frego io per primo e non gli faccio neppure vedere le stendiste fighe che tanto alle fiere dei trattori non so mica se sono così fighe.

Messaggio per l’amico: se leggi il post e capisci chi sono (anche se non ho una rosa tra i capelli che il fiorista ladro non mi vuole fare lo sconto e io 10 euri per quella schifezza non li spendo) sto scherzando.

Se non leggi il post ovviamente è tutto vero. 

Honeymoon parte 4


05 febbraio

Sveglia presto per fare un’ottima colazione e poi ripartire per le strade della grande mela.

Si parte subito per acquistare l’iPhone.

Il commesso del negozio non è ancora arrivato per cui, onde evitare di ritornare nel pomeriggio, decidiamo di fare ancora un giretto da Macy’s dove io mi compro il cappellino celebrativo del Superbowl vinto dai Giants.

Da lì facciamo un giro al Madison Square Garden che è proprio lì vicino ed entriamo a vedere la Hall of Fame.

Alle 10,30 finalmente riesco a mettere le mani sul mio primo iPhone… che spettacolo.. non riesco a crederci. Decido di provarlo con una telefonata a Monica che è a 1 metro (di persona) ma dall’altra parte del mondo per ciò che riguarda il roaming.

Funziona ottimamente per cui esco soddisfatto e ci dirigiamo lungo la Broadway verso Time Square ed il Winter Theatre dove acquistiamo i biglietti per vedere il musical “Mamma Mia” per il giovedì 7.

Da lì usciamo e ci fermiamo da Jamba Juice dove la neo mogliettina si spara un succo di arancia medio/piccolo (secondo le misure di qui, maxi secondo le misure di tutto il resto del mondo) e proseguiamo verso la Columbus Circle dove entriamo all’interno del centro commerciale Time-Warner per fare acquisti (tanto per cambiare!).

Il servizio di sicurezza all’interno è notevole dato che stanno trasmettendo in diretta sulla CNN un dibattito elettorale con ospiti illustri… la tentazione di fare come Paolini in Italia è forte ma ci sappiamo trattenere e per calmare i bollenti spiriti la mogliettina decide di farsi un pasticcino ai frutti di bosco con il cioccolato fuso da Godiva che è una delle pasticcerie più rinnomate di NY… il pasticcino sebbene piccolo è particolarmente delizioso e dolce, lì hanno abbondato con lo zucchero.. il sale ce lo mettono nel conto..

Usciamo con la pancia piena ed il portafoglio vuoto e andiamo verso il Metropolitan Opera House e la Julliard School ubicate all’interno del Lincoln Center.

Stupendi.

Entriamo al Met dove la neo mogliettina inizia a battere in testa per l’emozione e mi fa fare la fila due volte per informarsi sui biglietti delle opere in cartellone.. sono rimasti solo biglietti molto costosi per i giorni in cui non abbiamo altri programmi per cui decidiamo di desistere.

Però, per non far raffreddare troppo la carta di credito, decidiamo (anzi decide) di fare un giro nello shop e comprare una bellissima felpa grigia che addosso le sta una favola.

Nel frattempo inizia a diluviare per cui valutiamo se sia il caso di comprare un ombrello.

Sono molto carini ma costano 40 dollari per cui decidiamo che possiamo anche bagnarci..

Siamo stati talmente tanto nel negozio che quando usciamo per fortuna pioviggina solo per cui oltre ad aver risparmiato siamo anche relativamente asciutti.

Si prosegue per il Central Park, che è il polmone verde della città.

Nonostante il traffico e l’inquinamento della città l’aria qui è molto fresca e pulita e ci sono un sacco di scoiattolini.

La barretta al cioccolato, noccioline e caramello che abbiamo in tasca sembra piacere parecchio agli scoiattoli che addirittura ce la vengono a mangiare in mano.. che carini.. la mogliettina impazzisce e scatta foto ovunque… manco fosse un servizio fotografico nunziale.

Andiamo a rivedere Strawberry Fields ed il Dakota Building.. le sensazioni sono le stesse dell’altro giorno.. sembra proprio che il tempo si sia fermato lì davanti.. tutto scorre al rallentatore e c’è una strana malinconia nell’aria, forse dovuta anche al cielo plumbeo che sta sopra le nostre teste.

Riusciamo anche a vedere bene tutto il parco, il laghetto delle anatre dove invito la mogliettina ad andare a fare il bagno anche lei insieme alle altre e scambiare con loro due parole ma mi becco una sberla per aver pensato ciò… è vero, che stupido sono stato.. dire a mia moglie di andare a fare il bagno con le anatre… fa troppo freddo.. e poi lei l’inglese non lo capisce neppure molto bene…

Un altro po’ di pioggerellina ci sorprende nel parco per cui rientriamo sulla 5th avenue e andiamo (di nuovo) all’Apple store.. beh, che c’è di male.. avevo bisogno di una cover per l’iPhone…

Appena fuori (con la cover acquistata) entriamo da F.A.O SWARTZ che è il più grosso negozio di giocattoli al mondo.

Monica si butta subito sui peluches (che sono veramente carini) comprando un orsetto (come se già io non le bastassi) e poi andiamo al primo piano dove c’è un pianoforte che si suona con i piedi…. Ci hanno girato anche dei film lì sopra tanto è famoso sto negozio.

La mogliettina toglie le scarpe e va strimpellare un po’ con gli occhi che le brillano dalla gioia.

Salta su quella tastiera come una pazza.. se la vedesse un sordo direbbe che è bravissima ma se potesse anche sentirla.. cambierebbe idea subito!

Ci salgo anche io per fare due foto… decidono di cacciarci dal negozio per disturbo alla quiete pubblica..

Prendiamo quindi un autobus e rientriamo in albergo stanchi morti.

Dopo una doccetta scendiamo in strada e andiamo al ristorante coreano vicino al nostro albergo: non abbiamo voglia di camminare e vogliamo sperimentare una cucina nuova.

Il ristorante è molto carino e si mangia molto bene anche se un po’ piccantino (e per dirlo io..) ma siamo talmente stanchi che lasciamo alcune cose nel piatto.

Andiamo a nanna alle 22.

A domani

(to be continued)

NYCMET

Honeymoon parte 3… quasi 5 anni anni dopo! Scusate il ritardo…


Riprendiamo da dove ci eravamo interrotti l’ultima volta, scusate il ritardo, ormai sono quasi passati 5 anni da sta luna di miele.

 

4 febbraio

Sveglia alle ore 2.30, 3.30, 4.30 a.m. per via del fuso orario…

Tra l’altro ieri sera c’è stata la finale del superbowl (sport nazionale insieme al baseball) in cui i Giants di New York hanno battuto i Patriots (di nonsodove) pur essendo sfavoriti..

La notte è stata un continuo di festeggiamenti in Times Square che è proprio dietro il nostro albergo… benissimo.. dormito 0.. peraltro quei simpaticoni dei nostri vicini di stanza (hanno la stessa simpatia di un esame della prostata) hanno pensato bene di fare il su e giù dalla stanza sbattendo le porte in maniera clamorosa..  cosicché ogni momento eravamo svegli.

Vabbè alle 4.30 ci siamo svegliati  e siamo rimasti in camera fino alle 7,30 a navigare col mac e prepararci per la colazione che abbiamo fatto nella saletta biblioteca/film dell’albergo.

Dopo colazione lavata di denti veloce, telefonatine a casa gratis con Skype e pronti nella hall ad aspettare l’accompagnatrice per il tour della città.

Anche oggi New York ci pare stupenda.

Sotto una fittissima neve ci buttiamo nel traffico cittadino e parliamo con Anna, italiana trapiantata a NY da 16 anni del più e del meno.

Io e la dolce metà commentiamo che NY non ha mezze misure, o si odia o si ama.. noi ce ne siamo innamorati e ci ripromettiamo di tornare ogni volta che ne avremo l’occasione.

Anna ci porta a fare il giro della città spiegandoci di volta in volta aneddoti e curiosità e lasciandoci il tempo di fare foto.

Ci fermiamo subito davanti al Dakota Building il palazzo dove John Lennon venne assassinato nel 1980 da Mark Chapman… bellissimo ma triste da matti a pensare quello che è successo.. peraltro, forse anche a causa del tempo, sembra che il tempo scorra lentissimo, quasi che si fermi… di fronte c’è il pezzo di Central Park chiamato “strawberry field” dove è stato fatto un memoriale per John.. sotto una tempesta di neve scattiamo le prime foto della giornata in un’atmosfera molto particolare.. sembra che anche il cielo pianga ancora, a distanza di quasi 30 anni, per John, il suo genio e tutto ciò che ha rappresentato…

Si riparte alla volta delle “brown stone” le tipiche abitazioni di Harlem, una volta quartiere nero ora, in alcune parti, quartiere dei ricchi…

Il contrasto tra ricchi e poveri (non il complesso musicale) è notevole.. da un lato palazzi con famiglie che vivono con 700 dollari al mese di sussidio (che a NY non sono nulla.. servono almeno 5.000 dollari al mese per vivere senza fronzoli) dall’altra monolocali che vengono venduti dai 2 milioni di dollari in su.

Il quartiere è comunque stupendo.

Durante il viaggio si parla con Anna del più e del meno e si finisce a parlare delle Torri Gemelle…

Ci dice che dopo l’11 settembre, al contrario di ciò che uno si potrebbe aspettare, il mercato immobiliare a NY è cresciuto in maniera esponenziale e pare che dietro il tutto ci fosse una strategia politica ben definita… alla faccia di tutto quello che ci hanno sempre raccontato.

Il giro continua su tutta Manhattan.. a Ground Zero Anna ci fa scendere, ci racconta nel dettaglio quello che in tv non hanno mai fatto vedere (cioè che i cttadini sono stati evacuati per sei mesi perché si potesse pulire la polvere dall’interno delle abitazioni della zona di Downtown Manhattan), e ci fa avvicinare alla zona degli scavi… impressionante la dimensione delle fondamenta e lo spazio vuoto lasciato dalle torri…

Alle 12 circa rientriamo in albergo dove ci salutiamo con Anna e riprendiamo i nostri giri in completa autonomia.

La 5th Avenue è bellissima, giriamo tutti i negozi degni di interesse (il quale è dettato dal rapporto qualità/prezzo/soldi che abbiamo da spendere) e iniziamo a fare noi gli “americani”.

Anche col dollaro alcune cose rimangono indiscutibilemte care…

Entriamo nella Public Library dove iniziamo una breve vista solo che, purtroppo, alcune zone sono interdette perché oggi  hanno organizzato una sfilata di moda.

Andiamo quindi a vedere la Trump Tower che è un’esplosione di marmi, fontane, ottoni e personale in livrea, un omaggio all’american dream ormai molto “dream” e poco american.. anche loro non se la passano più molto bene.

La cattedrale di St. Patrick, appena fuori, è una chiesa stupenda, le vetrate sono meravigliose e danno un’atmosfera molto raccolta e particolare.. decidiamo di accendere una candela..

L’“offerta” (si fa per dire, visto che il prezzo delle candele è imposto) non deve essere inferiore ai 2 dollari.

Fuori entriamo nel Disney Store dove lo spirito fanciullesco della moglie nuova di zecca viene esternato con prorompente entusiasmo.

Facciamo foto ovunque e compriamo un vaso della Disney.

Fuori ci attendono poi il Nike town, il Sony center e…. l’Apple store.

È bellissimo, vedo (anzi, rivedo) l’iPhone (e mi ripropongo di comprarlo al più presto) e gli altri gioielli di mamma Apple… ah… che spettacolo!!

Andiamo a veder il Moma e rimaniamo un po’ delusi.. ce lo aspettavamo più ricco.. inoltre la gran parte delle cose esposte le abbbiamo pure noi a casa.. per cui decidiamo, anche per rientare della spesa del biglietto (40 dollari in 2), di far pagare agli amici, che verranno a trovarci d’ora in poi,10 euro cad. di biglietto per entrare a casa nostra.. i casi sono 2.. o perdiamo tutti gli amici o diventiamo ricchi.. la 2° è quella che speriamo ovviamente.

Dopo il Moma torniamo verso l’albergo per riposare un po’ e poi ripartire per vedere la Central Station by night e cercare un posticino per mangiare.

Per strada entriamo in tutti i negozi per cercare l’iPhone sbloccato…

La Central Station è bellissima, vista e rivista in centinaia di film ma dal vivo è tutta un’altra cosa..

Il Chrisler Building lì di fianco è altrettanto affascinante illuminato dai faretti.

Decidiamo di fermarci per la cena in un ristorante australiano vicino all’albergo.. ottimo.

Mattew, il proprietario, ci offre 2 calici di spumante appena sa che siamo in luna di miele e posa con noi per una foto ricordo.

Al rientro in albergo Monica crolla come un sasso.. io finisco il resoconto..

A domani.

 

(to be continued)

 

Immagine

HONEYMOON 3 YEARS AFTER…. PART 2


L’impatto con NY, accompagnati dal nostro autista ispanico che sulla “limo” ci fa vedere il film sul disastro del World Trade Center (con audio in sourround da multisala) giusto per farci iniziare bene (meno male che non l’hanno trasmesso sull’aereo quel film) è spettacolare..

Paco (lo chiamiamo così per convenzione) attraversa Manhattan, tronfio sul sedile del suo furgone “Limo”, bevendo una roba rosa ad alto contenuto di zucchero che sicuramente lo porterà ad una prematura fine.. Paco è alto 1,70 e peserà, ad occhio, 120 kg… la suola ad aria delle nike che ha ai piedi è a terra.

La città è brulicante di vita, macchine ovunque, ogni tanto, dalle parti di Central Park vediamo i calessi con i cavalli e i risciò che sfrecciano da tutte le parti.

Arriviamo in albergo verso le 14,30 ora locale e dopo una doccia tonificante scopriamo che l’albergo mette a disposizione degli ospiti una rete wi-fi gratis per cui accendiamo il nostro bel macbook e iniziamo a mandare mail e navigare… ci scappa pure una telefonatina a casa con skype che tanto è gratis.. con la webcam ci facciamo vedere dalla mamma Silvana, dal papà Edo e dalla nonna Laura che, tanto per cambiare, quando ci vede piange un po’…

Facciamo vedere NY dalla finestra della camera e poi spegniamo il mac e ci fiondiamo in strada diretti verso Broadway e  i magazzini Macy’s (che scopriamo essere a 100 metri dall’albergo).
Il cartellone all’ingresso “il più grande negozio del mondo” è veritiero… solo il piano terra è 2 volte la rinascente (ma tutta!) e i prezzi sono veramente competitivi.

Iniziamo con i primi acquisti e poi, stanchi morti dal matrimonio, dal viaggio e, soprattutto dal fuso orario, usciamo per dirigerci verso Times Square e la zona dei teatri.

Times Square non è descrivibile… è incredibile lo sfavillio delle luci e l’esplosione di colori che c’è.. peraltro quando ci siamo stati era buio e quindi è stata veramente spettacolare.

Entriamo nell’Hard Rock Cafè (dove acquistiamo due magliette di cui una per il nipote topolino e una spilletta) e poi dentro un McDonald’s per un panino al volo.

Alle 19 rientriamo in camera dove la neo mogliettina cade profondamente addormentata sul letto e io mi metto a navigare un po’ finendo di completare il resoconto di questa prima giornata.

Con gli occhi che si chiudono scrivo queste ultime tre stupidaggini, che purtroppo non riescono ad esprimere al meglio le sensazioni del momento e vado a nanna.

 

HONEYMOON… 3 YEARS AFTER… Parte 1


2 febbraio 2008

Sveglia alle ore 5.30 ancora eccitati dal matrimonio (in senso metaforico… per il resto ci sarà tempo.. urge forte dose di ricostituenti) ed io e la neo mogliettina (mah, ci devo ancora fare l’abitudine.. ancora la chiamavo fidanzata) ci docciamo velocemente per poi dare un’ultima controllata ai bagagli (che sono veramente tanti nonostante i buoni propositi di: “portiamo poco, compriamo tutto là.. tanto con il dollaro a 1,50) e chiudere le valigie.

Alle ore 6.20 suona il citofono, la neo suocera è arrivata per salutarci e stare da noi per sistemare casa (che, data la stanchezza e la gente che ci è bazzicata il giorno prima è più simile ad una stalla che ad un nido (d’amore s’intende).

Ore 6.40 suonano pure gli altri suoceri (quelli della mogliettina) che gentilmente si sono offerti di portarci all’aeroporto.. l’entrata in casa è da film “strappacore” con la mamma che fa le foto pure degli sposi in partenza (come se non le bastassero le foto di ieri 1.800 solo di Donatello oltre alle innumerevoli degli amici e parenti degli sposi) e fotografa, ingombrando, quelli che, poveri cristi, si devono caricare le valigie sulla macchina e mettere il giubbotto (e sono già di fretta).

Alle ore 7.40 circa si arriva al terminal 1 dove Daniele (quel bastasu di De Santis) ci attende per un caffè, un saluto e poi finalmente andare a dormire… è sveglio da 24 ore il ragazzo…

Dopo il caffè ci accompagna fino al controllo documenti dove ci fanno togliere pure la cintura… peccato che la poliziotta fosse cessa perché altrimenti toglievo pure il pantalone… ah ah ah.

Il tempo di acquistare qualche giornale da leggere sul volo (Macworld, Brava casa e Auto oggi…. ovviamente chi leggerà cosa è ben chiaro..) e ci piazziamo sui seggiolini in attesa dell’imbarco.

L’imbarco è veloce alle ore 9.40 siamo già sull’aereo che leggiamo i giornali gratuiti messi a disposizione da alitalia (Corriere della Sera e La Stampa che a breve probabilmente diventeranno Le Monde e Figarò se la fusione con Air France va a buon fine) e io mi appresto moralmente a fare il pranzo a bordo (anzi, i pasti dato che la neo mogliettina non mangia quasi mai sull’aereo e io mangio doppio.. diciamo che è uno dei motivi per cui ho deciso di sposarla) che ci viene servito dopo 1 oretta e ½ di volo.

Nel frattempo parte la visione dei film e me ne sparo 3 di generi diversi (azione, comico, cartone animato).

Dopo aver fatto anche da badante a 2 vecchietti indiani che non sanno bene come funziona il bagno degli aerei Monica si mette a leggere le guide turistiche di New York mentre io penso a cosa comprare per me e… per me.

Decidiamo di compilare un diario di viaggio per imprimere nella memoria al meglio i ricordi di questo nostro viaggio di nozze così apro il macbook e inizio a scrivere.

Subito arriva la hostess che con la scusa di chiedermi info sul macbook (che mi dice avere anche lei con un non meglio specificato problema) cerca di abbordarmi ma io integerrimo le do il due di picche e lei se ne va mogia mogia…. Il bicchiere di coca cola che volevo bere mi sa che mi tocca chiederlo allo steward prima che lei me lo porti corretto…. sputo!!

La signora del sedile di fianco, che mi sta a fianco anche nella vita, inizia a lamentarsi che il mio resoconto è troppo “stupidino” anche se la parola che usa inizia per “s” ma non è quella… vabbè vorrà dire che se non le piace le alternative sono due:

  1. da domani il resoconto avrà un taglio più serio, quasi giornalistico alla Piero Angela
  2. da domani io scrivo il mio e lei ne farà uno suo.

L’ipotesi n. 2 è quella che preferisco… opterò per quella…

Sull’aereo, durante l’atterraggio conosciamo una collega di Chiara, nostra cognata, che è a NY per la settimana della moda ed eventi che la boutique Prada di New York organizzerà in questi giorni.

Al ritiro bagagli scatoloni di vestiti di tutte le più grandi griffe italiane e straniere vengono scaricati dal nostro aereo e la collega di Chiara ci fa vedere una biondina di mezza età, bruttina, attorniata da un nugolo di persone che le ronzano intorno come mosche e ci dice che è la direttrice di Vogue Italia ed era sul nostro aereo (in business però lei…). Mah….

TO BE CONTINUED…

NEW YORK DAL CIELO